09 Feb Le rabdomiolisi da sforzo: conoscerle per evitarle
Le Rabdomiolisi da sforzo, conosciute anche come Azoturia, Malattia del Lunedì o Tying up, sono sindromi metaboliche che colpiscono la muscolatura del cavallo.
Nelle cellule del tessuto muscolare viene stoccata la maggior parte del Glicogeno, una sostanza derivata dai carboidrati composta da una catena di molecole di Glucosio ripetute, che funge da riserva di energia per la contrazione muscolare. Quando il cavallo è a riposo deposita glicogeno nei muscoli, quando lavora lo sfrutta, spezzandolo per riformare Glucosio, dal quale produrre energia.
Durante un’attività fisica moderata di tipo aerobico, il fabbisogno energetico viene soddisfatto dal metabolismo dei grassi, mentre in fase anaerobica, quando quindi il sangue non riesce più a portare abbastanza ossigeno al muscolo, la fonte di energia è esclusivamente il glicogeno muscolare. Un lungo sforzo, soprattutto in cavalli allenati sporadicamente, in modo inadeguato o reduci da una lunga inattività, come quella alla quale siamo stati costretti durante il lockdown, può portare alla rottura delle cellule della muscolatura; questo fa sì che il loro contenuto, composto da “rifiuti” del metabolismo anaerobico, mioglobina e radicali liberi, si riversi nel flusso sanguigno. Tutto questo può tradursi in un affaticamento a carico dei reni, gli organi deputati al filtraggio del sangue.
Nel muscolo sotto sforzo la produzione di Acido Lattico è massiccia, soprattutto nelle fibre veloci o pallide che hanno un potere glicolitico anaerobico superiore a quelle rosse o resistenti. Erroneamente si attribuisce all’Acido Lattico la causa di questa sindrome: un accumulo di Lattato aumenta l’acidità all’interno delle cellule determinando la fatica muscolare o, ad alti livelli, un blocco della contrazione del muscolo; tornando però a un esercizio di tipo aerobico, il Lattato viene rapidamente smaltito. Il dolore è causato invece dai danni muscolari!
La causa principale di questa sindrome è quindi data da un insufficiente afflusso di sangue ai muscoli e, di conseguenza, dalla scarsa ossigenazione, scaturiti da un allenamento mal programmato o da una dieta non adatta a supportare l’attività agonistica.
Sintomi e cause
I sintomi possono essere lievi e manifestarsi con una riluttanza al movimento e una generale rigidità muscolare. Possono però manifestarsi in modo più grave con intensa sudorazione, dolore, urina scura, disidratazione e shock.
In entrambi i casi è importante contattare immediatamente il proprio veterinario e non muovere il cavallo. Uno sforzo eccessivo e la componente genetica, che rende alcune razze equine più predisposte al Tying up, sono certamente le cause più comuni dell’insorgere di questa condizione patologica. Altri importanti fattori sono il rapporto tra lo stato di allenamento del cavallo e il carico di lavoro, una dieta caratterizzata da una eccessiva assunzione di carboidrati e scarsità di proteine nobili, così come la carenza di Selenio e Vitamina E.
Nei casi più lievi il recupero fisico di un cavallo colpito da Rabdomiolisi richiede tempo ma è completo. Nei casi più gravi, in cui il danno muscolare può tradursi in una fibrosi, la perdita della funzionalità muscolare impedisce all’animale di tornare alla precedente condizione fisica.
È fondamentale giocare d’anticipo e prevenire l’insorgenza di questa sindrome con un programma di allenamento graduale, che permetta la crescita dei capillari a livello dei muscoli, un conseguente miglioramento dell’ossigenazione di questi tessuti e, come per ogni atleta, agire sulla dieta.
L’importanza dell’alimentazione
La scelta del mangime diventa quindi essenziale: come per tutti gli alimenti destinati alla nutrizione di sportivi, deve contenere proteine nobili ricche di amminoacidi essenziali. Gli amminoacidi sono le unità che costituiscono le proteine e hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della massa muscolare. Per di più, aiutano la formazione di capillari e il ricambio, nonché la generazione, di globuli rossi, permettendo così una migliore ossigenazione dell’apparato muscolo-scheletrico.
Deve inoltre contenere acidi grassi polinsaturi come fonte energetica alternativa ai carboidrati, per limitare l’accumulo delle sostanze di scarto scaturite dal metabolismo anaerobico e le sue conseguenze. Meglio evitare quei mangimi eccessivamente grassi e untuosi perché, con l’arrivo della stagione estiva, tendono a irrancidire, diventando poco appetibili o addirittura possono scaturire in episodi di diarrea. Fondamentali sono inoltre importanti antiossidanti come Vitamina E e Selenio, per difendere l’organismo dai danni derivati dallo stress ossidativo.
Mangime I-GO Zero
I-GO Zero è un mangime specifico per prevenire disordini muscolari da insufficiente o difficoltoso metabolismo glucidico (come rabdomiolisi, mioglobinuria, tying up). La sua composizione non contiene né cereali né zuccheri semplici, mentre è ricca di fibra altamente digeribile, grassi, minerali chelati molto biodisponibili, aminoacidi essenziali ed antiossidanti come Selenio,Vit E, Cisteina.